La Storia di San Lazzaro

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Lazzaro il Povero (Vangelo di Luca)  o Lazzaro di Betania (Vangelo di Giovanni): a quale di queste due emblematiche Figure si ispirò l’Ordine Militare e Opitaliero di San Lazzaro di Gersusalemme agli albori della propria storia? Gli Storici sono discordi: chi propende per l’uno, chi per l’altro, chi per tutti e due. Così non è quando i medesimi trattano gli avvenimenti ultramillennari della vita dell’Ordine, riconoscendo unanimamente la veridicità, la valentia e l’importanza di questa Cavalleresca Milizia. Il riconoscimento a tutti gli effetti civili dell’Ordine in Spagna, il riconoscimento quale “Organismo Internazionale con Fini Umanitari” da parte della CEE, il documento Papale citato nel capitolo relativo ai riconoscimenti dell’Ordine e soprattutto la normativa internazionale che dovrà svilupparsi necessariamente, anche in campo cavalleresco, a seguito dell’Unificazione Europea, fanno ben sperare che l’Ordine di San Lazzaro, indipendente e non dinastico, possa finalmente essere autorizzato ad operare in Italia con il pieno riconoscimento dello Stato.Il sunto storico non vuole essere una nuova opera letteraria, ma solamente una raccolta organica di quanto scritto da illustri Storici sull’Ordine di San Lazzaro, atta a chiarirne le vicissitudini e la validità indiscutibile. Questo volume, collegialmente da tutta la Consulta del Gran Priorato d’Italia, viene dedicato a S.A. Don Francisco de Paola Enrique de Borbon y Escasany, felicemente nostro 48^ Unico, Vero e Legittimo Gran Maestro, in segno di profonda deferenza e stima per l’eccellente guida del nostro Ordine.
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Gerusalemme (72 d.C.)

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Scrive Pierre de Belloy, consigliere ed avvocato del Re di Francia presso il Parlamento di Toulouse : “L’Ordine cavalleresco-cristiano più antico è la nobile milizia di San Lazzaro di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, istituita ai tempi di Giacobbe, fratello di Nostro Signore, e da Tito Vespasiano nel gran palazzo della Città Santa nel 72 d.C., fondata in onore dei Beati Santi Lazzaro ed Adriano per la difesa dei Cristiani perseguitati da Scribi, Farisei, Sadducei e Romani in Palestina dopo la morte di Nostro Signore Gesù Cristo.

Secondo la testimonianza di S. Gregorio di Nazianze (2) che, in uno dei sobborghi di Cesarea, esisteva un magnifico ospedale, talmente grande da sembrare una città, la cui costruzione sarebbe stata iniziata nell’ anno 370 o 371 da San Basilio, che accoglieva senza alcuna distinzione tutti gli ammalati e i pellegrini che passavano per Cesarea, compresi i lebbrosi.Queste storie vennero confermate dallo storiografo Theodoret, il quale aggiunge che San Basilio si prese di tali ospedali una cura tutta particolare e 1’Imperatore Romano d’Oriente Valente (328-378), che era ariano, donò ai poveri lebbrosi, di cui questo Santo aveva cura, le più belle terre che egli aveva nei suoi territori. Nella città di Amalfi esisteva nel secolo XI una ricca borghesia che doveva la sua prosperità al commercio con i paesi del Medio Oriente, principalmente Siria, Palestina ed Egitto. Tali commercianti, non tanto per religiosità quanto per affari, si recavano di frequente a Gerusalemme, dove i fedeli in visita alla Terra Santa erano esposti non solo all’ostilità più o meno aperta della popolazione mussulmana, ma anche a quella proveniente da altre confessioni religiose di rito orientale, il cui comportamento assomigliava spesso a quello dei mercanti del Tempio fustigati mille anni prima da Gesù Cristo. Allo scopo di rafforzare la posizione dei cattolici romani e permettere loro di espletare le loro pratiche pietose in un clima più sereno, gli Amalfitani sollecitarono ed ottennero dai Califfi la concessione di una vasta area nel quartiere cristiano, ove fu edificata, nel 1060, la Chiesa di Santa Maria Latina ed in seguito il Monastero di Santa Maria Maddalena ed un Ospedale. Per quest’ultimo e per il Monastero delle Monache si trattò più di una ristrutturazione che di una fondazione. Infatti in quei luoghi esisteva già da più di due secoli un ospizio con edifici conventuali occupati da monaci Benedettini.


San Basilo e San Giovanni

L’Ospedale fu dedicato al Santo Patrono San Giovanni delle Elemosine, Patriarca di Alessandria sino al 610 d.C., venerato per la sua generosità verso i poveri.All’Ospedale si unì subito la Casa dei Lebbrosi fuori le mura, dietro l’antica Chiesa di Santo Stefano, che prenderà presto il nome di San Lazzaro, essendo amministrata dai Monaci dell’Ordine di San Basilio. Coloro i quali si prendevano cura di questi ospedali, abbracciavano la regola di S. Basilio ed avevano istituito un Ordine, differente da quello di San Basilio, sotto il nome di San Lazzaro, che venne approvato da Papa San Damaso (366 -384). M. Mainbourg,  nella sua “Storia delle Crociate”, confonde i Cavalieri di San Lazzaro con quelli di San Giovanni di Gerusalemme e sembra insinuare che questi ultimi abbiano avuto origine dai Cavalieri di San Lazzaro; in ogni caso, egli afferma, che i Cavalieri di San Lazzaro sono i piu’ antichi ospedalieri che si stabilirono in Palestina. Anche il Michaud  conferma che la casa dei lebbrosi esisteva già prima della I^ Crociata, intrapresa nel 1096; infatti egli cita che il Pontefice Benedetto IX (1033-1048), con Bolla del 1045, concesse a favore di detta casa alcuni privilegi che poi vennero confermati da Papa Urbano II (1088-1099), nel 1096. Comunque, è certo che, allorquando i Cavalieri Cristiani conquistarono la Palestina, esisteva in Gerusalemme e in altri luoghi una compagnia di frati che si prendeva cura degli ammalati e particolarmente dei lebbrosi; l’ospedale di Gerusalemme era dedicato a San Giovanni ” Il Lemosiniere”, che molto spesso veniva confuso da alcuni autori con quello di San Giovanni Battista, che era tenuto dai Cavalieri Gerosolomitani. (Cavalieri di Malta) Essi vestivano una tunica nera, contrassegnata sul lato sinistro da una croce con l’estremità patentata, di colore verde, che solo all’ inizio del secolo XVI divenne biforcata.

Perché la croce di colore verde?

Vi sono due diverse interpretazioni:
– il verde quale simbolo della speranza di guarigione  per i contagiati dalla lebbra.
– il verde in spregio ed a istigazione dell’infedele mussulmano, in quanto il Corano consente l’uso di tale colore unicamente nell’abbigliamento riservato ai discendenti diretti del Profeta Maometto.


I FRATI PRENDONO LE ARMI

Al momento dell’entrata vittoriosa a Gerusalemme dei Crociati di Goffredo di Buglione nel 1099, era “Maestro dell’Ospedale” un monaco di nobile origine Provenzale: Gerard Teneque che fu confermato amministratore dell’Ospedale. Numerosi Cavalieri Crociati, spinti dall’esempio valoroso ed umanitario di Gerard Teneque, si unirono ai suoi monaci, mentre si organizzava il Regno Latino di Gerusalemme, assistendo assieme a lui i malati di lebbra, propagatasi notevolmente,  nonostante i loro sforzi, durante l’assedio della Città Santa. E’ anche il momento in cui il complesso ospedaliero cambia nome da S.Giovanni delle Elemosine a San Giovanni Battista, mentre diventa nettamente il Lebbrosario quello destinato alla cura di tale morbo, prendendo il nome di San Lazzaro. La necessità di difendere con le armi l’Ospedale situato fuori le mura di Gerusalemme, spinse gli ospedalieri ad organizzarsi in Ordine Militare. Questa Milizia Cristiana di San Lazzaro venne approvata dal Pontefice Pasquale II  nel 1099. Dopo la conquista di Gerusalemme nel 1099, i Cavalieri di San Lazzaro presero le armi contro gli infedeli, insieme agli altri Cavalieri Cristiani, non solo per difendere i poveri pellegrini, ma anche per servire i Re di Gerusalemme, ai quali furono di grande aiuto in tutte le battaglie.

Essi si dividevano in tre classi differenti:
– la prima era quella dei “Cavalieri”, che combattevano in guerra;
– la seconda era quella dei “Frati Serventi”, che avevano cura degli ammalati e dei pellegrini;
– la terza era quella dei “Frati Ecclesiastici” o “Cappellani”, che amministravano i sacramenti ed avevano cura delle  funzioni religiose.

Importanti collaboratori di Gerard Teneque nel compito di dare alla cristianità i due Ordini più prestigiosi, San Giovanni e San Lazzaro di Gerusalemme, furono Raimondo de Puy e Boyant Roger, suoi successori nelle rispettive istituzioni.
Si sa poco sulle origini del Gran Maestro Boyant Roger ed ancor meno su quelle dei suoi successori: Jean, Bartolomè ed Itterio; solo il nome di quest’ultimo sembra indicare un’origine Marsigliese o da Limoges.
A qust’ultimo successe Hugo de Saint Paul, membro di una delle più potenti famiglie dell’Artois: suo nipote, il Conte Hugo de Saint Paul, sarà fatto Cavaliere da Enrico II d’Inghilterra.

L’ALTA CONSIDERAZIONE DEI SOVRANI

I Cavalieri di San Lazzaro godettero la massima stima e considerazione e, per tutti i servizi resi, ottennero dai vari Re che si succedettero parecchi privilegi, rendite, beni e ricche terre.
I Sovrani furono: Baldovino I (1100-1118), Baldovino II (1118-1131), Folco d’ Angiò (1131-1144), Baldovino III (1144-1162) , Amalrico I (1162-1173) , Baldovino IV (1173-1185), e le Regine Melisenda e Teodora .
Pier Gioffredo, Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, che scrisse la storia dell’Ordine, il cui manoscritto si conserva nell’ Archivio dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, riferisce tutte le donazioni di Re, Regine, Principi cristiani e di ricchi signori trascritte dalle “carte antiche” e da un registro, chiamato “Mare Magnum”, purtroppo mancanti dopo il periodo della rivoluzione francese e nel viaggio che fecero questi documenti riportati a Parigi.
I Cavalieri di San Lazzaro, come i Templari ed i Cavalieri di San Giovanni provenivano tutti da Famiglie Nobili. Non erano solo infermieri, come il loro nome di Ospedalieri (Nel caso di San Lazzaro e di San Giovanni) può far supporre, dato che, quando le circostanze lo richiedevano, cosa che accadeva di frequente, si vestivano delle loro armature guerresche per difendere i pellegrini cristiani dalle insidie che li circondavano. Presto infatti l’appellativo di “Hospitaliere” verrà preceduto, per il San Lazzaro, da quello “Militare”. E’ una evoluzione che si svolge con una certa lentezza dall’inizio del secolo XIII. Quando Folco d’Angiò, Re di Gerusalemme, morì nel 1143 per una caduta da cavallo, l’Ordine perse un amico ed un protettore e il regno uno dei migliori sovrani. Lasciava come successore suo figlio Baldovino III, di 13 anni di età, sotto la reggenza di sua madre, la Regina Melisenda che, sebbene non mancasse di intelligenza, fu incapace di continuare l’opera del marito e dei suoi predecessori. Pertanto il Regno e la Città di Gerusalemme furono esposti subito all’offensiva degli infedeli. Quando il Pontefice Eugenio III promise a chiunque avesse intrapreso una nuova Crociata la remissione di tutti i peccati, Luigi VII “Il Giovane” (1137-1180) si pose in cammino verso la Terra Santa, accompagnato dalla sua vivace ed ardente sposa Eleonora di Aquitania, che lo tormentava con la sua condotta sventata.
Il sovrano entrò in contatto con l’Ordine di San Lazzaro per motivi di interesse nazionale, dato che in Francia si era riacutizzata la piaga della lebbra poco dopo la sua partenza. Per questo, quando nella Pasqua del 1149 Luigi VII decise di ritornare in Europa, imbarcò sulla sua nave dodici Hospitalieri di San Lazzaro, insieme a coloro che intendevano abbandonare la Terra Santa. Il Re offrì ai Lazzariti, nel quartiere parigino di San Dionisio, una Chiesa ed un Ospedale nel quale accogliere i lebbrosi, nonchè una rendita annua di dieci lire pro capite.
La nuova istituzione si chiamò naturalmente San Lazzaro e con tale nome finirà per chiamarsi tutta l’area di quella città. Poco più tardi, nel 1154, il monarca conferì ai Cavalieri Hospitalieri di San Lazzaro la Baronia ed il Castello di Boigny, situati nella foresta di Orleans, non lontano dal fiume Loira,  che diventerà in seguito la principale Commenda di Francia e più tardi la sede dell’Ordine. A Hugo de Saint Paul successe come Gran Maestro di San Lazzaro quello che fino ad allora era stato Gran Maestro di San Giovanni dopo la morte di Gerard Teneque: Ramon de Puy.  Perché costui abbia abbandonato la croce bianca di San Giovanni per quella verde di San Lazzaro è un  interrogativo a cui gli storici non hanno dato risposta. Alcuni pensano che abbia contratto la lebbra e che pertanto il suo animo sia stato indotto a chiedere ed ottenere il nuovo Gran Magistero. Intanto sia la condizione ospedaliera che quella militare dell’Ordine sembrarono tanto integrate che il Re Enrico II d’Inghilterra lo denominò nel suo Stato “Ordine dei Cavalieri e dei Fratelli di San Lazzaro”. Nel 1169 venne nominato Gran Maestro Gerard de Montclair, preceduto da due ignoti Gran Maestri dei quali sono noti soltanto i nomi: Renier-Lambertus e Ramon. Gerard de Montclair apparteneva ad una nobile famiglia di Auvernia ed il suo magistero durò sino al 1185. Nel luglio del 1174 si registrò un avvenimento che in qualche modo ebbe a rafforzare la potenza dell’Ordine di San Lazzaro nella sua sede principale: la salita al trono di Gerusalemme del Re Baldovino IV, un giovane ammalato di lebbra. I Lazzariti furono indispensabili per la cura del giovane e si guadagnarono la sua fiducia e quella dei suoi familiari: tutto ciò logicamente si trasformò in beneficio per l’Ordine. La vita di Baldovino IV fu un’eroica cavalcata, che durò alcuni anni, nella serena accettazione dell’infermità con ammirabile valore. Durante il suo regno l’Ordine di San Lazzaro conobbe giorni di gloria e di pericolo, avendo avuto dalla sorte un ruolo di spicco nel conflitto che, nel 1183, darà la vittoria ai Cristiani sul feroce Saladino. Gerard de Montclair scelse per successore il Cavaliere Bernard, di cui si ignorano le origini. Dopo il 1185, cominciarono per l’Ordine di S. Lazzaro le prime disgrazie, in cui vennero coinvolti tutti gli Ordini Militari. Nel 1187, approfittando del clima di discordia civile che la successione di Baldovino IV, senza figli, aveva creato, il Saladino aprì nuovamente le ostilità al suo successore e cognato Guy de Lusinan, ed in tale conflitto l’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme perse tutti i suoi beni in Terra Santa.

Dopo 1’occupazione di Gerusalemme da parte di Salah Addin , avvenuta il 2 Ottobre 1187, i Cavalieri di San Lazzaro, insieme a tutti gli altri Cavalieri Cristiani, Gerosolimitani, del Santo Sepolcro, Templari e Teutonici, si rifugiarono a San Giovanni d’ Acri, ricevendo dal Re cristiano, ivi rifugiatosi, un settore della città; come rinato dalle ceneri, l’Ordine erse la sua Chiesa Conventuale ed il suo Lebbrosario, fortificando militarmente il settore ad esso affidato.
Federico II che, dopo il trattato di tregua con il Sultano al-Kamal, era rientrato in Gerusalemme alla testa dei Cavalieri Teutonici, seguito da tutti i Cavalieri Cristiani, dopo essersi proclamato Re di Gerusalemme, non solo confermò nel 1229 al Gran Maestro dello Ordine Gautier de Neufchatel tutte le donazioni ed i privilegi ricevuti dal Re Amalrico, ma volle anche concedere rendite e signorie nel Regno di Napoli e di Sicilia, in Puglia ed in Calabria. Nei documenti il nome di questo Gran Maestro, contenendo il suo predicato italianizzato in “di Novo Castello”, aveva reso difficile agli storici la ricerca delle sue origini, sebbene il suo stemma, tre castelli d’oro in campo rosso, sembrasse confermare la sua appartenenza alla famiglia Neufchatel du Forez. Durante il suo magistero, l’Ordine fondò nuove sedi in Europa, consolidando le sue posizioni ed accumulando nuovi beni per provvedere alle sue necessità. Nel 1229 Isabella d’Ungheria, sposa del Langravio di Turingia, Principessa Palatina di Sassonia e futura Santa, donò all’Ordine l’Ospedale di Santa Maria Maddalena nella città di Gotha. Il Priorato di San Lazzaro di Capua, fondato nel 1226, ricevette dall’Imperatore Federico di Hohenstaufen numerosi domini in Sicilia, Calabria ed Abruzzo. Il Re di Francia confermò le donazioni regie ed i Pontefici Innocenzo II, nel 1213, e Onorio II, nel 1220, promulgarono Bolle Papali certificanti la Protezione Pontificia. I Cavalieri Cristiani tornarono nella Città Santa il 20 febbraio 1229, a seguito del trattato concluso da Federico II con il Sultano al Kamal e vi rimasero fino al 17 ottobre 1244, dopodichè rientrarono a San Giovanni d’Acri  (17).
A Gautier de Neufchatel successe Ramon de Flory nel 1254. Una lettera del Patriarca di Gerusalemme, che relaziona sulla battaglia di Gaza, costituisce la prima testimonianza irrefutabile della partecipazione attiva dell’Ordine in un’azione militare importante.
L’espressione sino ad allora non infrequente di “Cavalieri Lebbrosi di San Lazzaro”, alludendo al contagio a cui inevitabilmente molti di loro erano costantemente esposti, sparisce presto dalle cronache dell’epoca, poichè i sofferenti di tale male non sarebbero tornati ad avere parte attiva in nessuna manifestazione dell’Ordine. I contagiati verranno infatti ospedalizzati e curati sempre con la massima abnegazione. Contro l’opinione di coloro che ritenevano che i Cavalieri dell’Ordine, incluso il Gran Maestro, fossero tutti sofferenti del gran male, abbiamo la prova che Ramon de Flory, eletto nel 1254, potè proseguire nel suo incarico sino al 1277 periodo eccessivo anche se la terribile infermità fosse stata in lenta evoluzione. In tale epoca, Papa Innocenzo IV, al corrente delle difficoltà in cui l’Ordine si dibatteva dal tempo della sua cacciata dalla Terra Santa, autorizzò i membri dell’Ordine a nominare un capo in Europa, sebbene, secondo l’uso, l’elezione dovesse avvenire nella Casa di Gerusalemme. Si dice che Ramon de Flory avesse scortato, nel 1259, dalla Palestina a Parigi, la “Corona di Spine” per la quale Luigi IX (San Luigi di Francia) fece edificare il magnifico Reliquiario in pietra della Santa Cappella. Tale credenza è confermata dal fatto che il Monarca avesse conferito al Gran Maestro di San Lazzaro il seguente stemma: “Cinque corone di spine di punte di sciabole in campo argento”. Nel 1275 il Papa Urbano IV dichiarò che l’Ordine di San Lazzaro dipendeva direttamente dalla Santa Sede e vietò al clero secolare di intervenire nei suoi affari. Ramon de Flory morì nel 1277 ed il suo successore, Thomas de Sainville fu l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine in San Giovanni d’Acri.
Il 18 maggio 1291 San Giovanni d’Acri, dopo un’eroica resistenza a cui parteciparono tutti i Cavalieri degli Ordini monastico-militari, cadde in mano ai Turchi. Da San Giovanni d’Acri, ultimo baluardo Cristiano in Palestina, i Cavalieri di San Lazzaro, sotto la guida di Thomas de Sainville, ripararono in parte a Boigny, sede della Commenda di Francia dove venne posta la sede dell’Ordine, in parte nel Regno di Napoli e di Sicilia, altri Cavalieri in Scozia.


(a St. Mary Magdalene – Linlithgow e Elgin), in Inghilterra (a Burton Lazars) ed in Svizzera (a Seedorf e a Gfenn).

Nel secolo XIII, moltissimi furono i privilegi concessi all’ Ordine di San Lazzaro dai Pontefici che si succedettero.
Gregorio IX (1227-1241), con Bolla del 4 Agosto 1227, esentò da ogni tassa i beni dell’Ordine e con altra Bolla del 26 Novembre dello stesso anno, concesse una indulgenza di venti giorni a chi facesse elemosine all’Ordine.
Alessandro IV (1254-1261), con Bolla del Febbraio 1255, confermò le donazioni già fatte all’ Ordine dall’Imperatore Federico III.
Con Bolla del marzo 1255, unì all’ Ordine la Chiesa di Galbio, nella Diocesi di Lincoln (Inghilterra), della quale i Cavalieri di San Lazzaro, ne erano già protettori;
Con altra Bolla dello stesso mese stabilì che per i Cavalieri di San Lazzaro venissero applicate le stesse regole previste per la disciplina ecclesiastica;
Con successiva Bolla dell’ll aprile dello stesso anno, confermò ai Cavalieri di San Lazzaro la regola di Sant’Agostino, già abbracciata dagli stessi (18);

La Bolla Pontificia del 22 Novembre 1297, stabilì che i Cavalieri che versavano al Grande Ordine una elemosina di 200 “Marchi” d’ argento, venissero dispensati dall’ osservanza dei voti, tranne l’obbligo di recarsi a Gerusalemme.
Detti privilegi, assieme ai successivi, dimostrano che 1’Ordine era tenuto dai Pontefici nella più alta considerazione e godeva di tutti i privilegi clericali.
Con Bolle del 27 Aprile 1265 e del 5 Agosto 1265 Clemente IV (1265-1268) concesse altri privilegi (19).
Con Bolla del 26 febbraio 1266, lo stesso Pontefice stabilì:
– Che i Cavalieri di San Lazzaro defunti fossero seppelliti gratuitamente;
– Che nei cimiteri dell’Ordine potessero essere seppelliti tutti i morti, escluso però gli scomunicati, gli interdetti e gli usurai;
– Che i Cavalieri di San Lazzaro avessero la facoltà di raccogliere, una volta l’anno, la colletta in tutte le Chiese, senza che i Prevosti di esse potessero impedirlo;
– Che i beni, gli animali e gli alimenti dei Cavalieri fossero esenti dalle decime.

Il Pontefice invitò inoltre i Vescovi a proteggere i Cavalieri di San Lazzaro ed a rendere piena giustizia ai medesimi, in caso di danni subiti.
Con successiva Bolla del 5 agosto 1297 “Venerabilibus”, Clemente IV decretò che venissero consegnati ai Cavalieri di San Lazzaro tutti i lebbrosi, insieme ai loro beni, che venivano così trasferiti all’Ordine.
La Santa Sede fu generosa dispensatrice di privilegi, immunità ed indulgenze verso questo inclito Ordine e sarebbe troppo lungo riferirli tutti.
Nel 1308 il Re Filippo IV “Il Bello” prese l’Ordine di San Lazzaro sotto la sua protezione e fece imprigionare i Templari per il loro superbo comportamento.
Thomas de Sainville scelse come suo successore Adam de Veaux.
Nel 1318, Papa Giovanni XXII (1316 – 1334), con suo decreto, stabilì che l’0rdine venisse esentato dalla giurisdizione ordinaria dei Vescovi e rimanesse sottoposto direttamente alla autorità della Santa Sede.
In Francia tale decisione rimase senza effetto, in quanto i Cavalieri di San Lazzaro, fin dai tempi di Luigi VII “Il  Giovane”, seguitarono a riconoscere quale Capo Supremo dell’Ordine, il Capo investito pro-tempore della commenda di Boigny, al quale i vari Re di Francia, Filippo VI di Valois (1328 -1350), Carlo V “Il Saggio”(1364 -1380), Carlo VII (1422 -1461), Luigi XI (1461-1483), e gli altri Re che si succedettero, conferirono il titolo di Gran Maestro Generale dell’Ordine, “tant decà que delà les mers”(tanto di qua che di là dei mari) .
Nei secoli XIV e XV l’Ordine di San Lazzaro visse momenti più di carattere interno che esterno, simili a quelli di altri Ordini di Cavalleria.
Gli storici dell’Ordine non hanno molto approfondito l’analisi di quei secoli, salvo che per segnalare le conferme regie di privilegi ai Cavalieri.
In questo lungo periodo l’Ordine venne governato da diversi Gran Maestri dei quali poco o nulla si sa: Jean de Paris (1342-1349), Jean de Couras (1349-1354), Jean Le Comte (1355-1368), Jean De Besnes (1368-1382), Pierre de Ruaux (1382-1424), F.G. Desmares (1424-1469), Jean Cornu (1469-1493)
Nel Regno di Napoli e Sicilia, dove esistevano parecchi ospedali di San Lazzaro, a Foggia, a Campobasso, a Benevento, a Lucera, l’Ordine rimase sotto la giurisdizione dei Re di Napoli che si succedettero: Roberto d’Angiò (1309-1343), Giovanna I d’Angiò (1347-1382), Ferdinando II d’Aragona Re di Napoli (1495-1496), i quali concessero e confermarono parecchi privilegi ai Lazzariti del loro regno.
La sede principale dell’Ordine di San Lazzaro “Napoletano” venne posta nella Casa dei Lebbrosi ed ospedale di Capua, la quale, come scrive chiaramente il Cibrario , si considerava indipendente dall’Ordine di San Lazzaro di Francia e si limitava al solo Regno di Napoli e di Sicilia.
Nella sede di Capua esisteva una situazione di confusione e disordine, a causa di potenti Baroni e Signorotti napoletani che, pur non facendo parte dell’Ordine di San Lazzaro, si contendevano il titolo di “Generale Maestro e Precettore della Milizia dello Spedale di San Lazzaro Gerosolomitano in tutto il Regno di Sicilia ed oltre il Faro”.
Nel 1453, con la caduta di Costantinopoli per mano dei Turchi, l’Ordine perse gli ultimi due Ospedali gestiti dai Cavalieri Lazzariti, quello di Costantinopoli e quello di San Sansone della Morea.

L’INEFFICACIA DELLE SOPPRESSIONI PAPALI

Con Bolla del 19 febbraio 1459 “Veram Semper et Solidam”, il Pontefice Pio II (1458-1464), costituiva il nuovo Ordine di Santa Maria di Betlemme e decretava la soppressione degli Ordini di San Lazzaro, del Santo Sepolcro, di Santa Maria del Castello dei Bretoni di Bologna, di San Giacomo d’Altopascio in Lucca, di Santo Spirito in Saxia e di Santa Maria dei Crociferi, assegnandone i beni al nuovo Ordine di recente costitu- zione.
In questo periodo si guastarono i rapporti, fino ad allora fraterni, fra l’Ordine di San Lazzaro e l’Ordine di San Giovanni, situato nell’isola di Rodi. Era Gran Maestro di San Giovanni Pierre d’Aubusson che, oltre alle sue doti eccezionali, aveva l’umana debolezza di ambire, con i suoi accresciuti beni, anche all’Ordine di San Lazzaro. I negoziati che intraprese con la Santa Sede per stipulare un’alleanza con uno dei figli del Sultano Mohammed II, da lui tenuto prigioniero, indussero Papa Innocenzo VIII, accondiscendendo alle sue preghiere, a nominarlo Cardinale. Con Bolla del 27 Aprile 1489 “Cum Solerti Meditatione”, il Papa Innocenzo VIII (1484-1492), decideva di sopprimere gli Ordini di San Lazzaro e del Santo Sepolcro di Gerusalemme, unendoli all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, passato in quell’epoca a Rodi. Tale decisione maturò nel Pontefice dopo attenta meditazione, sia per porre fine allo stato di deca- denza e di contrasto in cui si era venuta a trovare la branca “napoletana” nell’Ordine di San Lazzaro, sia perchè era scaduta l’utilità dei lebbrosari per la mancanza di lebbrosi e sia per rinforzare l’Ordine Gerosolimitano che manteneva l’isola di Rodi, ultimo baluardo contro gli infedeli in Oriente. In Francia, i Gran Maestri dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, che si erano mantenuti sempre indipendenti dalla Santa Sede, confermando il loro diritto, non vollero riconoscere la Bolla Papale. Nella regione dell’Aquitania, il Gran Priore dell’Ordine di San Giovanni di Rodi che, a seguito della bolla di Innocenzo VIII, aveva investito uno dei suoi Cavalieri a Capo della Commenda di San Tommaso di Fontenay, appartenente all’Ordine di San Lazzaro, venne aspramente contestato dal Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro e dai suoi Cavalieri. Tale situazione durò solo un anno, poichè, nel 1490, il Re Carlo VII di Francia prese sotto la sua protezione i Lazzariti, confermando tutti i privilegi che l’Ordine aveva in campo temporale. Nel 1493 sale al magistero di San Lazzaro Francois de Bourbon, Duca d’Amboise, membro di una influente famiglia, e ciò tornerà a beneficio dell’Ordine: nel maggio del 1499 infatti, Luigi XII confermerà tutti i privilegi dell’Ordine. Dal 1500 al 1519 fu Gran Maestro dell’Ordine Aignan de Mareuil. Nel 1517, associato al trono di sua madre Giovanna I, fu nuovo Re di Spagna il giovane Carlo I che cingerà la corona imperiale germanica con il nome di Carlo V. Venuto a conoscenza della Bolla di Innocenzo VIII, secondo la quale l’Ordine era stato annesso a quello di San Giovanni, il monarca spagnolo pretese che i beni posseduti dai Lazzariti a Capua fossero trasferiti al Regno di Sicilia. Il Papa Leone X controbattè tale posizione dichiarando ingiusta la decisione del precedente Pontefice e, nel maggio 1517, emise una Bolla confermando il Priorato di San Lazzaro a Capua, annesso alla sede principale situata da tempo, come già detto, a Boigny. Nella stessa epoca Leone X concesse a Francesco di Francia il potere di eleggere i Prelati nei suoi dominii, senza sollecitare il consenso da Roma, ed equiparò il Gran Magistero di San Lazzaro ad una Prelatura.

Tale decisione sarà in futuro frequentemente invocata nei dissensi tra l’Ordine e la Chiesa.
Dal 1519 al 1521 l’Ordine fu governato da Francois de Borbon, Duca di Estoville, Conte di Saint Pol e di Chaumont, del ramo dei Borbone-Vendome.
Con la riforma di Lutero, l’Ordine perse alcuni enclavi centro-europei, principalmente nei Cantoni Elvetici.
Tale momento coincide con il riacutizzarsi delle discordie con l’Ordine di San Giovanni, detto di Malta dopo la caduta di Rodi.
L’origine delle liti sarà sempre il desiderio dell’Ordine di San Giovanni di accaparrarsi i beni dell’Ordine di San Lazzaro, ed il pretesto sarà sempre la Bolla di Innocenzo VIII; ogni volta che il Magistero Lazzarita era vacante, quelli di San Giovanni pretendevano di assorbirlo, favoriti dall’ambiguità in cui si manteneva la Santa Sede in una materia così delicata.
Nel 1544 si svolse a Parigi un curioso processo tra i due Ordini.
Gli argomenti esposti dall’Ordine di S.Giovanni erano molto semplici: Innocenzo VIII aveva soppresso l’Ordine di San Lazzaro attribuendo i suoi beni francesi al Priorato di San Giovanni in Aquitania. Gran Maestro dell’Ordine era in quel tempo Claude de Mareuil che nominò avvocato difensore l’eminente letterato Pierre Seguier che affermò la nullità della Bolla del 1489, insistendo sul fatto che i regnanti di Francia avevano sempre negato la validità del documento, riconoscendo l’esistenza indipendente dell’Ordine di San Lazzaro, proteggendolo e confermandone i privilegi. Il Parlamento di Parigi, con Decreto de 6 febbraio 1547, dichiarò la Bolla di Innocenzo VIII contraria alle Leggi della Francia ed alle decisioni sancite dal Concilio di Costanza (1414-1437) e dal Concilio di Trento (1545), e confermò al Gran Maesrtro dell’Ordine il diritto di conferire tutte le Commende dell’Ordine di San Lazzaro ai suoi Cavalieri e respinse tutte le pretese dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. I vari Re di Francia, Luigi XII (1498-1515), Francesco I (1515-1547) ed Enrico II (1541-1559), continuarono a conferire il titolo di Gran Maestro, elevando alla suprema dignità rispettivamente, Claude de Mareuil, e Jean de Conty. Nel 1557 il Re Enrico II conferì la dignità di Gran Maestro dell’Ordine a Jean de Levis, che non ne faceva parte, e la cosa provocò il malcontento dei Cavalieri Lazzariti.
La morte di Jean de Levis sopraggiunse prima che la diatriba si risolvesse a favore o contro di lui. La successione dei Gran Maestri dell’Ordine di San Lazzaro originario dopo il 1490 dimostra in maniera incontestabile che l’Ordine di San Lazzaro in Francia esisteva attivamente e ciò contrariamente a quanto così leggermente aveva affermato Padre Bonanni nella sua opera “Catalogo degli Ordini Equestri e Militari”, Roma. 1712.

A tal Proposito così critica Padre Helyot:
“Celle sucession de Grands Maitre de l’Ordre de Saint Lazare en France depuis que le Pape Innocent VIII suprima cet ordre in Italie l’an 1490, fait voir que c’est à tort que le P. Bonanni de la compagnie de Jesus, dans son catalogue des ordres militaires qu’il donna au public l’an 1712, dit, qu’après la suppression de cet ordre, sa mémoire fut obscurcie peu à peu en France:(Sic paulatim ejus sodalitii memoria tum apud Galoos tum apud Italos est obscurata), puisqu’il a toujours subsisté en France, où il n’a rien dinué de son ancienne splendeur, qui, bien join de s’obscurcir, a mème augmenté”. A Jean de Levis successe Michel de Seuze, un’abile politico distintosi in imprese diplomatiche prestigiose e, grazie a lui, l’Ordine di San Lazzaro vivà un periodo di splendore, anche per il fatto che il 10 giugno 1564 il Papa Pio IV emise una Bolla favorevolissima all’Ordine, secondo la quale la Santa Sede riconosceva solennemente la nullità della famosa Bolla di Innocenzo VIII. Nel 1568 divenne Gran Maestro in Francia Francesco Salviati, di nobilissima famiglia fiorentina, imparentato niente meno che con la Regina di Francia Caterina de Medici. Lo storiografo francese Padre Pierre Helyot (24) riferisce che Padre Toussaint de Saint-Luc, nella sua opera “Memoires en forma d’abrégé historique…de l’Ordre Royal de Notre-Dame de Mont Carmel et de Saint-Lazare de Jerusalem” scrive che il Gran Maestro Jean de Levis nominò Cavalieri di San Lazzaro, su raccomandazione di Papa Pio IV (1559-1565) e della Ragina di Francia, Caterina de Medici (25), Giannotto Castiglioni ed Ottavio Fregoso.
Il Papa quindi, con tale intervento, non solo riconobbe la suprema dignità del Gran Maestro dell’Ordine in Francia, ma altresì riconobbe che l’Ordine di San Lazzaro non era stato soppresso, malgrado la Bolla di Innocenzo VIII. In Sicilia, Carlo V Imperatore (1520-1555), che aveva ricusato la Bolla di Innocenzo VIII, ottenne dal Papa Leone X (1513-1521) il ripristino dei Lazzariti negli Ospedali di San Giovanni di Palermo, di Sant’Agata di Messina ed in quello di San Lazzaro di Capua.

LE VICENDE DELL’ORDINE IN FRANCIA ED IN ITALIA

Dal 1490, a seguito della Bolla promulgata da Papa Innocenzo VIII, una parte dei cavalieri Lazzariti del Regno di Napoli, ed i loro beni, erano confluiti nell’Ordine di San Giovanni di Rodi; per conse- guenza il Gran Maestro di quest’Ordine assunse anche il titolo di Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro.
In Francia invece i Lazzariti, che si dichiaravano unici legittimi continuatori dell’Originario Ordine di San Lazzaro Palestinese e che non avevano voluto accettare la Bolla Papale, rimasero indipendenti. Cosicchè, accentuatasi maggiormente la frattura, si ebbe una doppia successione cronologica di Gran Maestri, quella dell’Ordine di San Giovanni di Rodi e di San Lazzaro  e quella di San Lazzaro -Commenda di Boigny.
Mentre la prima, iniziata nel 1490 quando era Gran Maestro dell’Ordine Giovannita Pierre d’Abusson, durò fino al 1565, quando il Pontefice Pio IV elesse a Gran Maestro Giannotto Castiglioni ,. la seconda si protrae fino ai giorni nostri .
Nel 1513, sotto il Pontificato di Leone X (1513-1521), la croce generale dell’Ordine, con l’estremità patentata, usata fin dalle origini, venne modificata ad otto punte, simile a quella di tipo ottagonale dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, con la differenza nel colore che fu verde.
Il Pontefice Pio 1V (1559-1565), preoccupato che si potesse estinguere l’antico splendore dell’Ordine, con la sua Bolla “Inter Acciduas” del 4 Maggio 1565, volle restaurare l’Ordine, “acciocchè nuovamente risplendesse nel mondo” e nominò quale Gran Maestro dell’Ordine Giannotto Castiglioni, suo congiunto a cui confermò la protezione della Santa Sede e concesse larghissimi privilegi.
La morte di Papa Pio IV rappresentò per la branca dei Lazzariti “napoletana” un grave colpo. Infatti il nuovo Pontefice Pio V, con la Bolla del 2 Gennaio 1566, limitò i privilegi già concessi dal suo predecessore.
L’età avanzata del Gran Maestro Castiglioni, la sua incapacità a governare l’Ordine, la situazione economica in cui si era venuto a trovare l’Ordine “Napoletano” (31), i contrasti sopraggiunti con Frà Giovanni de La Vallet, Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni di Malta, che vantava vecchi crediti ammontanti a 15.000 scudi, convinsero Giannotto Castiglioni che l’Ordine non poteva reggersi in forma autonoma.
Quest’ultimo quindi, il 13 gennaio 1571, rinunciò al Gran Magistero in favore del Duca Emanuele Filiberto di Savoia, e con Bolla “Pro Commissa” del 13 novembre 1572, il Pontefice Gregorio XIII (1572-1585), col pretesto che il Gran Magistero dell’Ordine era vacante, in quanto Giannotto Castiglioni era morto da qualche mese a Vercelli, decretò l’unione canonica dell’Ordine di San Lazzaro con quello Sabaudo di San Maurizio, già decisa dallo stesso Papa il 16 settembre 1572, su sollecita- zioni di Emanuele Filiberto, il quale venne confermato Gran Maestro per sè e per i suoi Reali successori, escudendo però nel contempo la sovranità dello stesso sulle Commanderie Spagnole dell’Ordine. Fu decisivo all’esito della questione l’intervento di Filippo II di Spagna.

Il Duca di Savoia provvide ad unificare l’Ordine di San Lazzaro “Napoletano” con l’Ordine di San Maurizio.

II Gran Maestro dell’ordine di S. Lazzaro di Francia, Francesco Salviati, Luogotenente di Michel de Seuze dal 1568 al 1571 e poi Gran Maestro, per avergli costui ceduto la carica, pur mantenendo il diritto al titolo, protestò energicamente contro la Bolla di Gregorio XIII e convocò, nel 1578 a Boigny, il Capitolo Generale dell’Ordine il quale contestò la decisione papale di unire l’Ordine di San Lazzaro “Napoletano” a quello di San Maurizio per i seguenti motivi:
– perchè la branca napoletana che, già in passato, si era dichiarata indipendente, non rappresentava l’Ordine di San Lazzaro “Al di quà e al di là del mare”;
– perchè la rinuncia fatta dal Castiglioni era da ritenersi a tutti gli effetti illegittima e quindi non valida;
– perchè l’unione venne fatta dal Papa sotto un falso  pretesto, come afferma lo storico Padre Hélyot;
– perchè l’Ordine di San Lazzaro in Francia avrebbe  continuato a sussistere in forma indipendente  accentrato nella Commenda principale di Boigny di cui avrebbe mantenuto il possesso, sotto la protezione della Corona di Francia, in conformità a quanto era stato deciso dal Capitolo.

In quella riunione fu rivista la Costituzione dell’Ordine e si decise che in futuro sarebbero stati eletti Cavalieri dell’Ordine soltanto coloro in possesso dei seguenti requisiti:
– legittimità di origine e nobiltà notoria fino alla IV generazione;
– aver compiuto i 18 anni;
– non discendere da persona indegna o implicata in affari abbietti;
– non avere sangue giudeo o saraceno;
– essere abili nell’arte della milizia.

Il Gran Maestro si riservò il diritto di ammettere come Cavalieri di Grazia coloro che, pur non possedendo alcuno dei requisiti suddetti, fossero degni, per il loro valore o per essersi distinti nella difesa della Fede, di portare sul petto la Croce Verde dei Lazzariti.
Si istituì il Cerimoniale di Investitura dei Cavalieri, stabilendo anche che i Postulanti per l’ingresso all’Ordine dovessero possedere le virtù principali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza.
Nelle cerimonie di investitura il Gran Maestro ricordava al nuovo Cavaliere che il colore verde della sua croce a otto punte simboleggiava “la speranza della nostra salvezza attraverso la Passione che Nostro Signore Gesù Cristo soffrì sulla Croce e che il portarla sulla tonaca imprime nei cuori la purezza, mentre le otto punte rappresentano le otto Beatitudini”.
Infine il Capitolo Generale confermò ai Cavalieri il non obbligo al celibato, secondo disposizioni in vigore già da molto tempo, e fece presente che il Re Enrico III desiderava essere puntualmente informato di tutte le decisioni prese in quel Capitolo Generale ed in tutti gli altri a venire, manifestando ai Cavalieri il proposito regio di aiutarli a recuperare i beni che erano loro stati usurpati nella penisola italica.
La Santa Sede non volle riconoscere l’unione canonica dell’Ordine di San Lazzaro alla Corona di Francia , sebbene non si oppose mai ad essa.  Alla morte di Francesco Salviati, Michel de Seuze, avvalendosi del suo diritto al titolo, ma non intendendo occuparsi dell’Ordine, nominò Luogotenente Francois de Fleury che rimase in carica sino al 1593.

X L’UNIONE CON L’ORDINE DI SANTA MARIA DEL MONTE CARMELO X

La guerra, detta “dei tre Enrichi”, nella quale si disputarono la corona francese Enrico III, Enrico de Borbon Re di Navarra ed Enrico di Guisa, avrà conseguenze fatidiche per l’Ordine di San Lazzaro che, a causa di tale contesa civile, vedrà devastata la sua residenza di Boigny e perderà numerose cariche.
Per il fatto di essere protestante, era logico che il Principe de Borbon non trovasse tra i Cavalieri di San Lazzaro adepti alla sua causa. Infatti essi accettarono malvolentieri il Gran Maestro che egli, raggiunto il trono, volle loro imporre: Armand de Clermont de Chastes.
Il Re intendeva così premiare la defezione di questo Cavaliere nei confronti di Enrico III, cosa che aveva facilitato al de Borbon di impossessarsi della piazza di Dieppe.
Il Gran Maestro decise di rinunciare alla dignità in favore di suo nipote Jean Charles de Gayand.
L’Ordine in quel momento era così decimato che i suoi Cavalieri non superavano la dozzina e le sue cariche erano rimaste senza titolari o si trovavano nelle mani di usurpatori.
Il nuovo Gran Maestro non aveva la tempra innovatrice di Salviati ed il suo Magistero non fece risorgere l’Ordine dalle ceneri, anzi sembrava inevitabile l’estinzione con la sua morte nel 1604.
Pierre de Belloy, già citato in questa storia, ottenne nel 1604 l’appoggio di Enrico IV, affinchè l’Ordine potesse sopravvivere. A tal fine si fece premura di esaltare al monarca il carattere nettamente francese assunto dall’Ordine negli ultimi tempi, dato che il Re stesso aveva contribuito in passato a fargli perdere la sua precedente internazionalità, eliminando molte delle cariche e Priorati centro-europei in possesso al momento dei Protestanti e consentendo l’assorbimento dell’Ordine “Napoletano” di Capua nell’Ordine Mauriziano di Casa Savoia.
Il 7 settembre 1604 il Re emanò un decreto confermando il Gran Magistero a Philibert, Marchese di Nérestang, riservando alla Corona, come nei regni precedenti, la protezione dell’Ordine, ma non la sovranità su di esso, anzi gli si riconosceva la sua tradizionale indipendenza.
A tal Proposito il Decreto del Re riaffermava il principio che neppure la Santa Sede sarebbe intervenuta nell’attività interna dei Lazzariti, sebbene come formalità rituale si sarebbe seguitato a sollecitare ai Pontefici la conferma dei Gran Maestri nominati dal Re, quando non fossero stati eletti dal Capitolo dei Cavalieri.
Roma però oppose serie obiezioni, guardando con diffidenza alla recente conversione al cattolicesimo del nuovo Re di Francia e dispensò una protezione Papale più che deferente al Duca di Savoia che continuerà a mantenere la sua rivendicazione di legittimo Gran Maestro di San Lazzaro.
A Enrico IV , che nominò un ambasciatore straordinario a Roma per redimere la questione, non interessò opporsi alla Santa Sede, anzi, per consolidare il trono, tese a stabilire con essa la più stretta alleanza possibile; cercò pertanto una formula di compromesso, seguendo i consigli di Pierre de Belly, e credette di trovarla unendo San Lazzaro ad una congregazione religiosa nettamente francese.
La Casa de Borbon aveva creato, nel 1369, un Ordine Dinastico effimero nella sue esistenza denominato: “Ordine del Cardo e del Giglio della Vergine Maria”; da tale lunga denominazione, deliziosamente cavalleresca, il Re tenne solo il nome della Vergine e lo associò a Nostra Signora del Monte Carmelo. Nacque così un nuovo Ordine, per la cui approvazione si inviarono a Roma gli Statuti, che non erano altro che quelli dell’Ordine di San Lazzaro.
Il Papa Paolo V emise, il 16 febbraio 1607, la Bolla “Romanus Pontifex” autorizzando l’istituzione dell’Ordine che, per la sua denominazione con un’invocazione mariana, rallegrò il suo cuore, allontanando da esso qualsiasi diffidenza verso il monarca francese.
L’unico elemento che differenziava il nuovo Ordine  da quello di San Lazzaro era quello di non essere hospitaliero.
Il Re nominò Gran Maestro dell’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo il Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro, Philibert de Nérestang, raggiungendo così il risultato di legare la sopravvivenza dell’Ordine di San Lazzaro a un Gran Maestro benedetto da Roma, che si vide compromesso nel sostenere che i due Ordini fossero uniti parallelamente, ma non fusi assieme, nè assorbiti l’uno dall’altro.
Questa unione conferì all’Ordine di San Lazzaro il doppio vantaggio di essere il più antico Ordine Militare Regolare della cristianità e di continuare ad esistere assieme all’Antico Ordine della Casa dei de Borbon.
Per tale unione Enrico IV aveva dotato Philippe de Nérestang ed i suoi successori di un utile eccletticismo: quando si desiderava esaltare la storia antica dell’Istituzione si tessevano le lodi del vecchio Ordine di San Lazzaro senza menzionare l’altro Ordine, e quando si intendeva beneficiare di un consenso Papale per ottenere una grazia od un favore da Roma si passava sotto silenzio San Lazzaro parlando solo dell’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo.
Il nome ufficiale per designare tale unione sarà: “Ordini Reali e Militari di Nostra Signora del Monte Carmelo e di San Lazzaro di Gerusalemme”, però l’uso imporrà di riferirsi ad ambedue col nome di Ordine di San Lazzaro.
Il 5 novembre 1608 Philibert de Nèrestang convocò il primo Capitolo di ambedue gli Ordini nella Chiesa di San Lazzaro, situata nel quartiere Parigino di San Dionisio.
Sotto il regno di Luigi XIII e durante la reggenza di sua madre, Maria de’ Medici, l’Ordine di San Lazzaro ottenne il lento recupero dei suoi beni materiali e la conferma dei suoi privilegi. Al tempo di Luigi XIV si troverà in eccellenti condizioni di potenza.
La successione dei Gran Maestri, dal 1604 al 1673 rimane accordata alla famiglia dei de Nérestang: difatti, dopo Philibert, si succedettero Claude (1620-1639), Charles (1639-1645) e Charles-Achille (1645-1673).
L’esempio di Malta dimostrò come un Ordine Cavalleresco Militare et Hospitaliero potesse assicurarsi l’indipendenza con l’appoggio di una flotta ed il possesso di un territorio.
Nel contesto monarchico francese del secolo XIV ai Lazzariti non era concessa la completa indipendenza territoriale, ma solo una certa autonomia.
Assicurando sempre la sua lealtà al Trono e nella certezza di agire in tal senso per servirlo meglio, l’Ordine di San Lazzaro si organizzò a poco a poco, per cui, assieme al vessillo del Re, si vide sventolare anche quello recante la Croce di San Lazzaro.
Le principali azioni marittime dell’Ordine furono rivolte alla caccia dei corsari Inglesi, tanto che Luigi XIV affidò la carica di “Guardacoste di Bretagna” all’Ammiraglio Lazzarita Cavaliere di Coudray.
Il prestigio dell’Ordine divenne tale che il Legato Pontificio, Cardinale di Vendome e nipote di Enrico IV, ottenne una tregua nelle artificiose e delicate relazioni tra l’Ordine e la Santa Sede.
Non fu di poco conto questa situazione per i Lazzariti, anzi riaffermò il fatto che non erano soltanto membri di una milizia, ma anche di una istituzione ospedaliera.
In tal modo essi ottennero di accogliere nelle loro sedi non solo gli ammalati di lebbra, ma tutti coloro affetti da malattie incurabili, sorte nella miseria generale subita dopo tante guerre.
L’Ordine, recuperato il suo patrimonio, potè quindi provvedere da solo alle proprie necessità.

Luigi XIV volle dedicare una particolare attenzione all’Ordine e, confermando la protezione della Monarchia Francese, volle attuare un vasto ampliamento e rafforzamento, già iniziato dai suoi predecessori Enrico IV e Luigi XIII.

Con Regio Decreto del Dicembre 1672 Luigi XIV apportò una restaurazione generale all’Ordine:
– ai Cavalieri venne riservata principalmente, in accordo con la tradizione storica, l’assistenza e la cura degli ammalati nei lazzaretti e nei lebbrosari e dei soldati feriti in guerra negli ospedali; inoltre i Cavalieri vennero impiegati come Guardie del Corpo del Re sia in pace che in guerra;
– ai Cavalieri venne affidata la direzione e l’amministrazione generale perpetua di tutti gli Ospedali, Lazzaretti, Lebbrosari, Priorati, Commende ed Abbazie, che già appartenevano all’Ordine in base ai precedenti Decreti emanati dai suoi predecessori ed alle Bolle Pontificie od ai Legati Pontifici;
– decise di costruire a Parigi un grande ospedale, ove si   potessero ricoverare e curare gli ufficiali e i soldati feriti e invalidi di guerra; a questo ospedale venivano assegnate tutte le rendite ricavate dalle Abbazie, dai Priorati e dalle Commende;
– ai Cavalieri vennero confermati ed ampliati tutti i privilegi antichi e recenti già concessi dai vari Pontefici, compresi gli ultimi del 1668, concessi dal Cardinale Vandono, Legato a Latere dal Pontefice Clemente IX (1667-1669);
– ai Cavalieri vennero confermate tutte le concessioni, le donazioni, le rendite, i diritti, i privilegi e le pensioni,  possedute da tutti gli altri Ordini Ospedalieri, Militari,  secolari o regolari, estinti, soppressi o vigenti ed in particolare egli decretò l’estinzione degli Ordini di Santo Spirito di Montpellier,  di San Giacomo della Spada, di Lara, del Santo Sepolcro,. Di Santa Cristina di Samport, di Nostra Signora dei Teutonici e di San Luigi di Boucheramount,  incorporando tutti i beni di questi Ordini esistenti in Francia nell’Ordine di San Lazzaro e di Nostra Signora del Monte Carmelo ed aggregando ad esso tutti i Lazzaretti, i Lebbrosari, gli Ospedali, le Commende, gli Ospizi, le Chiese,  le Confraternite ed i Luoghi Pii.

Infine stabilì che la suprema dignità di Gran Maestro venisse assunta dal Capo Sovrano della Corona di Francia e dai suoi Reali successori.
Al fine di evitare dispersioni di spese e di danaro, obbligò tutti gli amministratori degli ospedali, delle Commende e di tutti i luoghi pii messi sotto la direzione dell’Ordine, a consegnare periodicamente l’esatto rendiconto delle spese di esercizio al Procuratore designato dall’Ordine.
Costituì una “Camera” composta dai notabili ufficiali del Consiglio dell’Ordine per decidere gli arresti, svolgere i processi, stabilire i regolamenti e gli affari interni e soprintendere al governo dell’Ordine.
Con detto Decreto, Luigi XIV revocò tutte le decisioni incompatibili previste nella riforma precedente del 1612 fatta dal padre Luigi XIII.
Per dare esecuzione al Regio Decreto del 1672 e affinchè l’Ordine potesse ricevere i beni degli altri Ordini soppressi, il Gran Maestro Charles-Achille, Marchese di Nérestang, convocò a Boigny il 19 febbraio 1673 il Capitolo Generale dell’Ordine, ma prima che questo si tenesse, egli si dimise dalla sua carica.
I Cavalieri, avutane notizia, si riunirono in Capitolo il 27 gennaio 1673 e formularono una petizione al Re, con la quale chiedevano di unire il Gran Magistero dell’Ordine alla Corona di Francia e di approvare quale Governatore dell’Ordine il Marchese Francois Michel Le Tellier, Marchese de Louvois, per reggere gli affari dell’Ordine nella qualità di Gran Maestro Vicario.
Re Luigi XIV dichiarò che non poteva accettare la Suprema Dignità Gran Magistrale, tuttavia garantiva la protezione della Corona e ratificava l’elezione di Francois Michel Le Tellier, Marchese de Louvois fatta dal Capitolo per reggere gli affari dell’Ordine.
II Capitolo Generale dell’Ordine che si tenne il 19 febbraio a Boigny accolse e confermò il Marchese de Louvois nella qualità di Gran Vicario.
I1 Decreto del l672, nonostante le proteste di Louis-Nicolas Parnajon, generale dei canonici dell’Ordine di Santo Spirito di Montpellier, fu approvato dal Gran Consiglio il 20 febbraio 1673.

Nel 1680, il Re, con sua lettera patente del 28 dicembre, istituì cinque nuovi Gran Priorati che furono:
– Gran Priorato di Normandia, con sede a Mont-aux Malades, vicino Rouen.
– Gran Priorato di Bretagna, con annessa la Commanderia di Blois, con sede ad Auray.
– Gran Priorato di Bourgogne, con sede a Digione.
– Gran Priorato di Fiandra, con sede a Lille.
– Gran Priorato di Languedoc.

Nel 1681 il Duca di Orleans, fratello del Re, entrò a far parte dell’Ordine unitamente a membri delle principali Famiglie di Francia.
Deceduto nel 1691 il Gran Vicario Francois Michel Le Tellier, Marchese de Louvois, per due anni non si procedette a nomine Gran Magistrali ed il Gran Consiglio dell’Ordine ne curò la guida.
Nel 1693 venne eletto Gran Maestro Philippe de Courcillon, Marchese di Dangeau il quale creò alcune Commanderie in seno all’Ordine che divennero ereditarie.
A capo di queste vi furono Cavalieri dell’Ordine che apportarono ad esso forti somme di denaro, contribuendo a far mantenere ai Lazzariti la loro autonomia economica.
Molte di queste Commanderie Ereditarie sono arrivate ai giorni nostri nella persona di Cavalieri che sono i migliori depositari, in vari punti d’Europa, della continuità storica dell’Ordine.
Vari membri della Famiglia Reale Francese entrarono a far parte dell’Ordine.


Filippo V di Spagna

Filippo V di Spagna richiese la Croce Verde di San Lazzaro per allettare la vanità di alcuni suoi sudditi, quando avrebbe potuto conferire agli stessi il Toson d’Oro!
Nel marzo del 1693, il Re, su sollecitazione dell’Avvocato Generale del Regno, il De Malhainon, con un altro Decreto, revocava quello del 1672, stabilendo che tutti i beni e le rendite già appartenute agli Ordini di Santo Spirito di Montpellier, di San Giacomo d’Altopascio di Lucca, del Santo Sepolcro, di Santa Cristina di Samport, di Notre Dame dei Teutonici e di San Luigi di Boucheramount, venissero restituiti ai rispettivi Ordini.
Nel mese di dicembre dello stesso anno, il Re ratificò quale Gran Maestro dell’Ordine Philippe de Courcillon Marchese di Dangeau, che prestò giuramento di fedeltà il 18 dicembre 1695 e il 29 gennaio dell’anno seguente giurò sul Vangelo ai Cavalieri di osservare gli Statuti dell’Ordine.
In questa occasione vennero insigniti trentacinque nuovi Cavalieri.
La festa dell’Ordine che si teneva nei giorni dedicati alla SS. Maria Vergine del Monte Carmelo e in quello di San Lazzaro, veniva solennemente celebrata nella Chiesa di Saint-Germain des Prés a Parigi.
Alla morte di Philippe de Courcillon venne nominato Gran Maestro un giovane di 17 anni: Luis de Borbon Orleans, Duca di Chartres, più tardi Duca di Orleans, figlio del Reggente di Francia.
Il Papa Clemente XI confermò la nomina con un Breve del 17 dicembre 1720.


Papa Clemente XI

Dopo la morte del Gran Maestro Louis de Borbon, Duca d’Orleans, nel 1752, per qualche anno il Re Luigi XV non nominò alcun Gran Maestro e l’Ordine venne retto dal Gran Consiglio fino al 1757.
quando il Re si decise a nominare il nipote Louis Auguste de Borbon, Duca di Berry, che in seguito divenne Luigi XVI.
Il nipote di Luigi XV aveva a quel tempo soltanto 15 anni, per cui il Monarca designò un tutore che svolgesse le sue funzioni nel Magistero.
Venne designato Louis Phalipeaux, Conte di Saint Florentin, Ministro Segretario di Stato ed il Re concesse all’Ordine un  nuovo regolamento in data 15 giugno 1758: si trattò del regolamento che governerà l’Ordine sino alla caduta della monarchia.

Le norme più importanti del Regolamento furono:
– nessuna persona poteva essere ammessa all’Ordine se non dopo aver dato prova di professare la Fede Cattolica Apostolica Romana e di possedere i quattro quarti di nobiltà paterna;
– il numero massimo di Cavalieri veniva limitato a cento, compresi i Cavalieri Ecclesiastici che avevano anch’essi l’obbligo delle prove dei Cavalieri Laici.
– i Cavalieri, per essere ammessi, dovevano aver compiuto l’età di trenta anni.

Si accrebbe il rigore con cui venivano esaminate le prove di nobiltà dei postulanti; si soppresse il grado di Cavaliere di Grazia e si eliminò praticamente la natura Hospitaliera dell’Ordine, trasformandolo in un’associazione nobiliare senza alcuna utilità pratica, nella quale i suoi membri riposarono all’ombra dei loro alberi genealogici.
Nel 1765, anno della morte di suo padre, Luis Auguste de Borbon diventò Delfino di Francia. Re Luigi XV reputò che l’erede alla corona non potesse essere Gran Maestro, per cui al suo posto, nel 1773, venne eletto suo fratello Louis Estanislao de Borbon, Conte di Provenza e futuro Re Luigi XVIII, che aveva allora 18 anni.

X L’ORDINE DURANTE E DOPO LA RIVOLUZIONE FRANCESE X

Nel luglio del 1789 cadde la Bastiglia.
La Rivoluzione scoppiò e l’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme si vide scosso da numerosi uragani, come tante altre Istituzioni.
Nel febbraio 1790 l’Assemblea Nazionale mise in discussione la sorte degli Ordini Cavallereschi e naturalmente anche di quello di San Lazzaro.
Il fatto che ne fosse Gran Maestro un Principe di Francia, il carattere aristocratico dei suoi membri e l’importanza dei suoi beni, lo trasformarono in un bersaglio molto ambito.
Un decreto del 30 luglio 1791 lo soppresse, espropriando i suoi beni e perseguitando i suoi membri come nemici della Rivoluzione, con un furore tanto violento, da superare quello verso i Cavalieri di altri Ordini .
Per coloro che riuscirono a sopravvivere, la croce verde a otto punte si trasformò in un simbolo di fedeltà ai de Borbon.
L’Ordine di San Lazzaro continuò la sua vita e il suo Gran Maestro, il Conte di Provenza (poi Luigi XVIII), dal suo esilio di Coblenza continuò a nominare nuovi Cavalieri.
Nel gennaio 1793 Luigi XVI morì sul patibolo ed i monarchici in esilio proclamarono Re, col nome di Luigi XVII, suo figlio di 8 anni e prigioniero nel Tempio, e Reggente suo zio Louis Estanislao de Borbon, Conte di Provenza, Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro il quale, nel 1814, senza risolvere l’enigma della sparizione del nipote, salì al Trono come Luigi XVIII, rinunciando nel contempo al Gran Magistero dell’Ordine di San Lazzaro.
Egli fu così il secondo Monarca Francese che, prima di cingere la Corona, avesse declinato la dignità di Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, pur conservandone il titolo di Protettore.
Non sono pochi i Cavalieri che, in questo periodo, si disimpegnarono in importanti funzioni alla Corte del nuovo sovrano de Borbon, cosa avvalorata da ciò che seguì negli anni dell’esilio, quando il de Borbon nominò Lazzariti molti dei nobili che lo circondavano in tempi tanto funesti.

L’Ordine continuò ad essere conferito a Sovrani stranieri.
Le cose migliorarono un po’ quando, nel 1798, lo Zar Paolo I di Russia offrì ospitalità a colui che per diritto era il monarca francese.
Le inclinazioni cavalleresche dello Zar lo portarono ad interessarsi delle vicissitudini dell’Ordine di San Lazzaro di cui, al tempo, il suo regale ospite era Gran Maestro.
Per ragioni che non è il caso di citare, lo Zar aveva già preso sotto la sua protezione anche l’Ordine di San Giovanni di Malta e sognava di fonderlo assieme a quello di San Lazzaro in un solo Ordine, proclamandosi sovrano di un “Ordine dei Santi Giovanni e Lazzaro”.
Lo Zar venne però assassinato ed il suo successore, Alessandro I, (1801-1825), pur facendo parte di entrambe gli Ordini, non proseguì nell’intento del padre.

Con la restaurazione, l’Ordine di San Lazzaro riprese il suo splendore ed il suo tradizionale rango.
Il ritorno inaspettato di Napoleone obbligò Luigi XVIII a rifugiarsi per tre mesi a Gant e dopo Waterloo, ritornato sul trono, Luigi XVIII indirizzò tutti i suoi sforzi a favore dello stato, ignorando i problemi dell’Ordine che, dal 1814 al 1824, sopravvisse diretto da un Gran Consiglio presieduto dal Duca di Chartres, assistito dal Signore Prat-Taxis, in funzione di Cancelliere.
Nell’attesa che il Re indicasse la linea da seguire, l’Ordine si sforzò di recuperare i suoi archivi dispersi dalla tormenta rivoluzionaria, oltre ai beni che non erano passati a terzi.
Il Re non tralasciò di appoggiare i Lazzariti però gli affari dell’Ordine, che per la loro importanza dovevano passare dalle mani del Ministro della Real casa prima di arrivare al Re, restavano fermi in maniera esasperante.
I nuovi burocrati della monarchia ignorarono la storia di San Lazzaro, i suoi diritti inalienabili ed il suo Statuto indipendente, sebbene sotto la protezione della Corona.
Consultarono vecchi documenti, che altro non erano che gli atti dell’Assemblea Nazionale della Rivoluzione e decisero infine che l’Ordine di San Lazzaro si era estinto nel 1791, dimenticando che dopo tale data il Re aveva nominato numerosi Cavalieri Lazzariti.
A questo punto l’Ordine, che doveva la sua sopravvivenza, almeno negli ultimi due secoli, alla sua ferrea identificazione col Trono, si rifiutò, ora che la monarchia de Borbon era stata restaurata, di riunirsi in Capitolo e dotarsi di un Gran Maestro eletto tra i suoi membri.
La realtà dei tempi si impose ed i Cavalieri di San Lazzaro sapevano che un’Istituzione con le sue caratteristiche, vivendo senza riconoscimento ufficiale e senza protezione regia, si sarebbe ridotta ad un organismo svuotato del suo significato storico, specialmente in un momento in cui le relazioni con la Santa Sede erano da più di 200 anni inesistenti..
Nel 1824 si discusse il progetto di ripristinare il Gran Magistero affidandolo al Duca di Angouleme Luigi Antonio, figlio di Carlo X (43), ma si continuò sempre con la reggenza del Gran Consiglio sotto la protezione del Re.
Quando nel 1824 morì Luigi XVIII, l’Ordine di San Lazzaro puntò le sue speranze sul nuovo re, Carlo X, che si mostrò fedele alle tradizioni più di quanto lo fosse il fratello suo predecessore.
La supposizione fu avvallata dal tanto anacronistico, quanto fastoso cerimoniale, che si officiò a Reims per la sua incoronazione.

Il Romanticismo fece tornare di moda il Medio Evo nell’Europa dell’800.
Tuttavia le speranze non si avverarono, ed il Consiglio, che dirigeva l’Ordine di San Lazzaro, lo vide languire senza che nuovi adepti chiedessero di esservi ammessi.
Anche sotto questo sovrano l’Ordine continuò ad essere amministrato dal Gran Consiglio in carica, sino al 1830.
Una nuova rivoluzione ordita dai Repubblicani Bonapartisti ed Orleanisti detronizzò, alla fine di luglio del 1830 il legittimo Re Carlo X de Borbon che venne esiliato, mentre salì al trono, col nome di Luigi Filippo I, il Duca di Orléans, figlio del regicida Filippo Egalité, monarca borghese, che secondo un autore francese, preferì l’impugnatura di un ombrello a quella di una spada.
Nel 1830, Luigi Filippo I, con Decreto del 14 agosto, statuì che solo l’Ordine della Legion d’Onore, venisse mantenuto sotto la protezione Sovrana.
Molti autori, interpretando tale Decreto come una soppressione di tutti gli altri Ordini, scrissero erroneamente che l’Ordine di San Lazzaro era stato abolito: niente affatto.
Come giustamente affermò il Marchese Adriano Colocci Vespucci . “…Non ci fu Decreto di Abolizione. La disposizione che manteneva la Croix des Braves fu un decreto di conservazione, non già un decreto di soppressione. La volontà di un legislatore non si manifesta con un sottinteso; deve essere esplicita, a chiaro verbo e finiamola con i Bizantinismi…”.
L’Ordine continuò a prosperare attivamente sotto il suo Gran Consiglio fino al 1837.
Curiosamente fu un Cavaliere di San Lazzaro, il Signore di Kersabiech, ad intentare nel 1832 un colpo di stato contro Luigi Filippo I, assecondando i piani della Duchessa di Berry, nuora di Carlo X.
Ultimo omaggio ai de Borbon di Francia nel migliore stile epico da parte di un vecchio Cavaliere, che portò sulla sua uniforme la venerabile Croce Verde.
Facevano parte dell’Ordine di San Lazzaro in quei tempi 33 membri, quasi tutti con i nomi più illustri di Francia, come Clermont Tonnerre, Maillé, Polignac, oltre ai Cavalieri stranieri, fra cui 20 russi ed alcuni svedesi, tra i quali il Cavaliere d’Onore Olaf Nillson, fondatore della Commenda Ereditaria di Askeby Kloster, esistente ancora ai giorni nostri.
Dai registri dell’Ordine, risulta che in esso, nel 1833-1834, comparivano nomi di altissima levatura, quali il Conte Generale d’Albignac, il Marchese Generale d’Antichamp, il Comm. Courtils de Berry, il Comm. de Balleu de Valetot, il Barone Silvestre, il Barone Dacied e l’Abate Picot, quest’ultimo nella qualità di Cappellano dell’Ordine; altro che soppresso!
Già dal 1831 il Gran Consiglio decise di porsi nuovamente sotto la protezione dei Patriarchi Greco-Melchiti Cattolici di Gerusalemme.
E non si dica che durante tutto il secolo XIX l’Ordine di S. Lazzaro sia rimasto in stasi.
Col trasferimento in Palestina, sua sede originaria, l’Ordine non dimenticò affatto l’Occidente Europeo.

Dai registri dell’Ordine, risulta che durante tutto l’800, vi furono ben 587 nuovi insigniti occidentali, e fra questi, piace ricordare qualche nome più illustre:
– L’ammiraglio Ferdinando Hamelin, comandante della squadra navale francese, che bombardò Sebastopoli.
– Il De Cacheleur de Restignac;
– I1 Marchese de Puy Montbrun;
– I1 Canonico Giovanni Tanscky, polacco, eroe della insurrezione polacca nel 1843, quale elemosiniere dell’Ordine;
– I1 Marchese d’Anselme che, militando tra le truppe Pontificie,  morì da prode a Castefidardo il 5 settembre 1860.


Riepilogo storico documentato

E’ quasi impossibile ricostruire una lista completa dei Cavalieri ammessi in tale epoca, anzi gli avvenimenti sopraggiunti nel Medio Oriente durante la Prima Guerra Mondiale fecero sparire gli archivi del Patriarcato di Gerusalemme.
Si può però considerare Jean Paul de Eyschem, Ministro dello Stato di Lussemburgo, eletto Cavaliere prima del 1910, il precursore dell’attuale Delegazione dell’Ordine nel Granducato.
Il generale Visconte di Chabot ed il Marchese di Puy-Montbrum, investiti al tempo di Carlo X, mantennero il titolo persino dopo la restaurazione della III Repubblica e non trovarono mai alcuna differenza tra loro ed i nuovi eletti sotto il patrocinio del Patriarca di Gerusalemme. Inoltre i loro discendenti, nel 1928, figuravano ancora nelle liste dell’Ordine.
Alcuni detrattori dell’Ordine mettono in dubbio il valore dei titoli di Cavaliere ottenuti tramite il Consiglio degli Ufficiali dell’Ordine, da quando risultava vacante il Gran Magistero, dimenticando che l’Ordine di Malta, che gode oggi di sovranità, ma non di territorialità, fu privo per molto tempo, identicamente, del Gran Maestro.D’altra parte, abbiamo già detto che, nell’Ordine di San Lazzaro, si crearono cariche ereditarie, che si trasmisero anche dopo la deposizione dell’ultimo Monarca de Borbon, ed a queste se ne erano aggiunte altre create dal Conte di Provenza durante il suo esilio.
Nel 1910 il Patriarca di Gerusalemme, Cirillo VII Ghea, decise di trasferire la Cancelleria dell’Ordine a Parigi e di rendere il Consiglio indipendente di fatto. Si aprì un periodo grigio per l’Ordine, che i suoi detrattori pretesero di trasformare in tragedia.

X LA RESTURAZIONE DELL’ORDINE X

Nel 1920, Charles Otzenbergen, coadiuvato da altissime personalità nella nobiltà francese, volendo rinvigorire la gloriosa Milizia di San Lazzaro, si fece animatore della restaurazione dell’Ordine in Francia.
Nel 1926 il Gran Consiglio iniziò trattative in tal senso con il Protettore Spirituale, il Patriarca Cirillo IX che risiedeva in Francia con gli Arcivescovi di San Giovanni d’Acri e di Tiro. Il gruppo di dirigenti dell’Ordine che andò all’incontro era di chiara levatura morale e nobiliare.
Nel 1927 il Marchese de l’Eglise de Ferrier creò un’Associazione con scopi benefici chiamata “Associazione Francese degli Ospedalieri di San Lazzaro” che nulla aveva a che  spartire con l’Ordine.
Il Gran Consiglio dell’Ordine decise di tenersi in disparte, protestando affinchè l’Associazione non utilizzasse l’emblema dell’Ordine.
La possibilità che proliferassero altre iniziative come quella del suddetto Marchese, la convinzione di essere indipendenti dopo sforzi di secoli e l’evidenza di un cambio della guardia con le nuove generazioni interessate alla rinascita delle vecchie tradizioni, nonchè l’aggiornamento delle gloriose Istituzioni del passato, spinsero il Gran Consiglio a studiare la possibilità di restaurare nell’Ordine il Gran Magistero.
Si depositarono quindi presso gli Uffici del Registro di Parigi gli Statuti dell’Ordine sotto la nuova denominazione di “Ordine Militare et Hospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme” che, in accordo alla sola tradizione storica, doveva continuare a vivere in piena autonomia ed indipendenza da ogni Autorità.
Sua Santità Papa Pio XI, con documento del 19 gennaio 1928, controfirmato dal Cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato, protocollo 3511 – 29, porgeva i migliori voti per la prosperità dell’Ordine, accompagnati da una speciale Benedizione Apostolica.
Questo documento ufficiale contiene insito il pieno e paterno riconoscimento dell’Ordine di San Lazzaro da parte del Sommo Pontefice.
Nel 1930, Mons. Gregory Haggear George Hakim, Arcivescovo Greco di San Giovanni d’Acri, assunse il titolo di Gran Priore Spirituale, esercitando sino alla sua morte, avvenuta nel 1940, i poteri spirituali sull’Ordine.
L’ultimo Gran Maestro era stato, come visto, Luigi XVIII e l’ultimo suo Regio Protettore Carlo X.


Luigi XVIII e Carlo X

E’ sufficiente una scorsa al passato storico dell’Ordine per ritrovare i legami esistenti tra l’Ordine di San Lazzaro e la casa de Borbon, per cui gli occhi dei componenti il Gran Consiglio si misero a cercare un appartenente a questa augusta Casa, senza logicamente poterlo trovare in Francia.
A quel tempo era Baillif dell’Ordine in Spagna il figlio di un cugino del Re Don Alfonso XIII, nipote di un Infante di Spagna, Don Francisco de Borbon y De La Torre, sposato con la cugina Donna Enrichetta de Borbon y Paradè, Duchessa di Siviglia, che rappresentavano,  anche senza diritti di successione al trono di Spagna, il ramo cadetto della Casa dopo quello dei Reali.
Proprio la circostanza che tale ramo cadetto non avesse diritto di successione al Trono, metteva i suoi componenti in condizione di ottenere la qualifica di “Figli di Francia” per le disposizioni del Re Luigi XIV, dal quale discendono i Duchi di Siviglia, esposte nel capitolo riguardante alcune considerazioni sullo Statuto della Casa Reale nel “Libro d’Oro della Nobiltà Spagnola”.

Tenendo conto del proposito del Gran Consiglio, appoggiato dall’Arcivescovo di San Giovanni d’Acri e dal Commendatore Ereditario dell’Ordine de La Motte des Courtils, Don Francisco de Borbon y de La Torre, Duca di Siviglia, accettò la carica di Luogotenente Generale dell’Ordine.
Due anni più tardi, quando venne proclamata la Repubblica di Spagna, Il Tenente Colonnello Francisco de Borbon y de La Torre venne imprigionato dalle nuove Autorità, deportato nel Sahara ed obbligato in seguito all’esilio come tutti i familiari prossimi del Re Don Alfonso III.
Stabilitosi a Parigi, Don Francisco ebbe l’occasione di conoscere da vicino gli affari dell’Ordine, di cui ostentò la Luogotenenza, ed il 15 dicembre 1935 il Capitolo Generale lo proclamò Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.  Gli effetti benefici si fecero sentire presto.
Fra il 1935 ed il 1940, Sovrani, Principi, Capi di Stato ed alcuni membri delle più antiche nobiltà europee andarono ad ingrossare le file dell’Ordine, accettando Delegazioni e Priorati nei loro rispettivi Paesi e facendo ristabilire l’antica internazionalità dei Lazzariti.
Giova ricordare tra costoro: S.A.I.R. l’Arciduca Ottone d’Asburgo, S.A.R il Principe Michele di Francia, S.A.I. il Gran Duca Vladimir, Capo della Casa Imperiale dei Romanoff, S.A.I R. il Gran Duca Leopoldo d’Austria, S.A.R. il Principe Nicola di Romania, S.A.S. il Principe Charles de Schwarzenberg, S.A.S. il Principe di Metternich, S.A.S. il Principe Alain de Rohan-Rohan, S.A.S. il Duca Armand d’Aremberg, S.A.S. Philippe d’Albert, Duca di Luynes, S.A.S. il Duca Antoin de Lèvis-Mirepoix, il Conte R. Kinsky, il Comandante R. des Courtilis de Bessy ed il Generale Guy Gauvernau.
Non furono pochi i Cavalieri di Malta di lingua europea che chiesero di far parte dell’Ordine di San Lazzaro, appuntando sui loro petti ambedue le croci ad otto punte, quella bianca e quella verde.
Rinacque parallelamente a questo splendore sociale lo spirito Hospitaliero di San Lazzaro, cui dobbiamo la fondazione di ospedali e dispensari, che prestarono speciale attenzione agli ammalati di lebbra.
Nacquero, fra l’altro i seguenti lebbrosari: Centre de Lèpreux Saint-Lazare, de Djilonger (casamance) Sènègal; Centre Mèdico-Social Saint-Lazare de Boigny, France; Centre Mèdico-Social de Wadi-el-Arayech, Zahlè, Libano; Maison de la Fraternitè à Isfia-Mont Carmel, Israele; Lèproserie des Saints à Anges Ouidah, Dahomey; Centre Medical Saint-Lazare de Touboro, Camerun; Centre Mèdical-Social “Notre Dame du Tchad” à Guidari, Ciad; Centre Agricole “Nazareth” Danamadji, Ciad; Pavillon de Lèprogie de l’Universitè Laval à Monteral (borse di studio).
Per quanto riguarda la Spagna, un Decreto del Ministro de la Gobernacion del 9 maggio del 1940, riconosceva l’Ordine come Ente di Pubblica Utilità per la cura contro la lebbra.

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale l’Ordine dovette sviluppare un’intensa attività umanitaria in diversi punti d’Europa, grazie alle sue sedi permanenti ed ambulanti, che accoglievano i feriti.
L’evoluzione dei tempi e delle necessità impose all’Ordine di San Lazzaro di accogliere nell’Ordine, come Cavalieri, oltre agli aspiranti di nobili famiglie, anche individui, in diverse dignità e gradi, che a giudizio del Gran Magistero avessero i requisiti per essere ammessi, essendosi distinti in attività della vita moderna ed essendo disposti ad accettare lo spirito di tradizione dell’Ordine, servendolo con senso umanitario.
Con la vittoria degli alleati del 1945, l’Ordine di San Lazzaro riprese in pieno la propria attività:
Il Principe de Bearn e de Chalais fu nominato Gran Priore di Francia dell’Ordine, nella storica Commanderia di Boigny, mentre si fondarono nuovi Priorati in Boemia, Ungheria, e Romania, dove alcuni membri dell’Ordine persero la vita sotto l’oppressione comunista.
II Patriarca di Antiochia, Alessandria e Gerusalemme riprese la sua posizione di Guida Spirituale dell’Ordine.
Con Decreto del 8 marzo 1946 il Generalissimo Francisco Franco approvava il Regolamento per la cura della lebbra, delle malattie dermatologiche e di quelle sessuali ed in tale Regolamento veniva assegnato un compito ben preciso all’Ordine di San Lazzaro.
Quando, nel 1952, Don Francisco de Borbon y de La Torre morì, l’Ordine si trovava nuovamente in una florida situazione
Un anno più tardi suo figlio, Don Francisco Enrique de Borbon y de Borbon fu nominato Luogotenente Generale dell’Ordine, carica che coperse sino al 1959, anno in cui fu nominato 45^ Gran Maestro dell’Ordine.
II fatto di risiedere in Spagna, dove faceva parte dell’esercito in servizio attivo, non permise al nuovo Gran Maestro di dedicarsi pienamente all’Ordine, come la carica richiedeva
Per tale motivo fu nominato in Francia un “Amministratore” dell’Ordine nella persona del Duca Pierre Cossé de Brissac.
Tale ubicazione geografica che vedeva il Gran Magistero a Madrid e l’Amministrazione dell’Ordine a Parigi fu inevitabilmente fonte di guai per l’Ordine.
L’Ordine riunì un Capitolo Generale Straordinario il 20 maggio 1968, decidendo di mantenere Don Francisco Enrique de Borbon quale Gran Maestro Emerito e designando a Gran Maestro Effettivo S.A.R. il Principe Charles Philippe d’Orleans, Duca di Vendome e di Nemurs, Baillif di Gran Croce dell’Ordine di Malta, che si dedicò doverosamente ai compiti della sua carica, preparando quelle riforme che l’evoluzione dell’Ordine rendeva consigliabili e designando a suo coadiutore il cugino S.A.R il Principe Michele d’Orleans, figlio del Conte di Parigi.
Dopo due soli anni di Gran Magistero, il 10 marzo 1970, Charles Philippe d’Orleans morì.
Nel frattempo, nel 1969, Pierre de Cossé, Duca di Brissac, cui Francisco Enrique de Borbon aveva delegato la sola amministrazione temporanea dell’Ordine, radunando un Consiglio illegittimo dell’Ordine in Francia, e nonostante che Charles Philippe d’Orleans, legittimo 46^ Gran Maestro fosse vivente e in carica, si fece proclamare Gran Maestro.
Avveniva dunque uno scisma nell’Ordine che creava una “Obbedienza Francese” che sino ad oggi non è rientrata nella legalità dell’Ordine, nonostante un tentativo effettuato nel 1975.
Nel 1970, alla morte di Charles Philippe d’Orleans, il Gran Consiglio Magistrale, già da tempo dubbio-so sulla legittimità dell’atto con il quale aveva allontanato dal Gran Magistero Effettivo Don Francisco Enrique, lo reintegrava quale Gran Maestro.

Don Francisco Enrique de Borbon y de Borbon, figura di vero Cavaliere Lazzarita, scevro di onori e ricompense se non di quella di aver fatto bene il proprio dovere, giunse persino a privarsi dei suoi titoli di Grande di Spagna e di Duca di Siviglia per donarli al suo primogenito.
Nel clima di ricostituzione in Spagna, dopo la restaurazione della monarchia, dei maggiori Ordini Cavallereschi, mentre l’Ordine di Malta e l’Ordine del Santo Sepolcro provvedevano a riaffermarsi nel Paese, il Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro, per la sua condizione di cittadino spagnolo e parente non molto lontano di Don Juan Carlos I, felicemente regnante, nonchè per evitare sospetti e maldicenze come nel passato, decise di dare all’Ordine la copertura ufficiale più definitiva.
Per questo il 4 agosto 1980 il Ministro della Gobernacion, avendo ascoltato i pareri emessi dal Ministero di Giustizia, Difesa, Sicurezza e Sanità Sociale, riconobbe la legalità in Spagna, a tutti gli effetti Civili, dell’Ordine Militare et Hospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme.
Rimane da ricordare, agli effetti dell’importanza dell’Ordine nella sua moderna espansione internazionale, che l’azione portata a termine a favore della Polonia dalle Giurisdizioni Lazzarite della Repubblica Federale tedesca e del Granducato del Lussemburgo ha indotto la Comunità Economica Europea, con delibera del 20 aprile 1982, a riconoscere l’Ordine quale Organismo Internazionale con Fini Umanitari.

In campo religioso Sua Beatitudine Massimo V di Antiochia, al tempo Protettore Spirituale dell’Ordine, ebbe a pronunciarsi in favore dell'”Obbedienza Francese”, ritenuta illegale dall’Ordine e pertanto venne destituito.
Sua Eminenza Don Marcello Gonzales Martin, Primate di Spagna ed Arcivescovo di Toledo, con Lettera Apostolica del 18 maggio 1984 ne assunse il Patrocinio Ecclesiastico per la Spagna.
Il Gran Priorato Spirituale Mondiale dell’Ordine fu accettato, con lettera del 18 ottobre 1990 da Sua Eminenza Silvio Oddi, Cardinale di Santa Romana Chiesa e Legato Pontificio per la Basilica Patriarcale di Assisi.
Sua Eminenza Vincenzo Fagiolo, Cardinale di Santa Romana Chiesa, con lettera del 20 agosto 1996 accettò la nomina a Gran Priore Spirituale per l’Italia.

Il 18 novembre 1995 si spegneva Don Francisco Enrique de Borbon y de Borbon.
Il 5 ottobre 1996 in Milano giurava obbedienza all’Ordine ed assumeva la carica di 48^ Gran Maestro dell’Ordine il suo primogenito, S.A.R. Don Francisco de Paola Enrique de Borbon y Escasany, Duca di Siviglia e Grande di Spagna.

Dal 12 al 16 maggio 2005 si è svolto in Siviglia il GMCM (Gran Magistra Meeting) La cosa più importante è stata la presenza attiva dell a dell’OSLJ  Francese con la partecipazione del Duca de Brissac a tangibile conferrma, della riunione dei due ordini di Spagna e di Francia.

In data 12/10/2006 in Houston (USA) è stata firmata la “RIUNIFICAZIONE”  tra l’OSLJ obbedienza di Spagna e l’OSLJ obbedienza di Francia, con a capo il G.M. Francisco de Borbon Y Escanzani, Duca di Siviglia, Grande di Spagna.

APPENDICE

STORIA DEL GRAN PRIORATO D’ITALIA

Dopo la confluenza delle Commanderie dell’Ordine di San Lazzaro in Italia con l’Ordine di San Maurizio dei Savoia, ad opera di Papa Gregorio XIII, con Bolla del 13/11/1572, e la nascita dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, citata nei cenni storici in apertura del presente volume, per secoli la vita dell’Ordine di San Lazzaro fu, in Italia, praticamente nulla.
Il sempre maggior affermarsi della Dinastia Sabauda, culminata con l’unificazione d’Italia del 1860, diede ovviamente sempre maggior potenza all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, nonostante le rimostranze, mai sopite, da parte dell’Ordine di San Lazzaro.
Il Papato, in posizione di isolamento e preoccupato di salvare, con la Legge delle Guarentigie, il proprio potere temporale, non aveva certo nessun vantaggio ad inimicarsi Casa Savoia, riconoscendo le giuste recriminazioni dell’Ordine di San Lazzaro.
Soltanto con la caduta della Monarchia in Italia la posizione dell’Ordine avrebbe potuto subire modificazioni, ma la giovane Repubblica, forse più per contrastare l’operato della Casa Reale in esilio che per regolamentare gli Ordini Cavallereschi in Italia, si affrettò, nel 1951, a promulgare una Legge assai restrittiva, dalla quale il nostro Ordine era escluso.
Fortunatamente la Suprema Corte di Cassazione ebbe, nel tempo, a variare la situazione, migliorandola e permettendo così che l’Ordine di San Lazzaro, considerato un Ordine Estero di emanazione non statale, potesse essere conferito, ricevuto ed usato in Italia, sebbene in forma privata in pubblico.
(*) – questa clausola tecnica significa di fatto che, nella vita quotidiana, nel qualificarsi, sia verbalmente che per iscritto, occorre specificare chiaramente l’Ordine di appartenenza, al fine di non creare confusione con gli Ordini propri della Repubblica Italiana.
Stante la situazione, nel 1975, S.A.R. Don Francisco Enrique de Borbon Y de Borbon, al tempo Gran Maestro, conferì al Duca Luigi Carminati di Brembilla l’incarico di costituire in Italia il Gran Priorato dell’Ordine.
Era costui un anziano nobile lombardo residente sul lago Maggiore che, sebbene mosso da buona volontà, non riuscì nell’intento, apportando all’Ordine uno sporadico gruppo di Cavalieri.
La situazione era in effetti anche compromessa dal fatto che, sin dal 1972, la così detta “Obbedienza Francese” aveva autorizzato Mons. Klaus Evloghios, Arcivescovo Ortodosso di Lonbardia, a fondare in Italia una “Confraternita di San Lazzaro” i cui componenti indossavano le medesime insegne dell’Ordine di San Lazzaro, ma sostituivano con il nastro nero quello verde in uso nell’Ordine.

Il 25 giugno 1982 veniva posto a capo del Gran Priorato d’Italia “Francese” il Duca Carlo Domenico Noia di Monte Ararà, mentre ne veniva contestualmente nominato Priore il Barone Romano Fanigliulo Di Palazzo.

Iniziava una lenta progressione nell’affluenza di nuovi postulanti, tale da raggiungere, alla fine del 1988, circa cento iscritti e, nel biennio successivo, il numero di duecentocinquanta. A causa di un diverbio intervenuto su temi tecnici inerenti l’operatività in Italia, il 2 gennaio 1991 il Duca Carlo Noia di Monte Ararà si dimise dall’incarico e fu chiamato a sostituirlo il Conte Aldo Giordano di San Martino, che assunse la carica il 26 luglio 1991.
Sua prima iniziativa, purtroppo non molto felice, fu quella di contattare il Duca Luigi Carminati di Brembilla, proponendogli una fusione in Italia dei due rami dell’Ordine, ovviamente sotto il predominio dell'”Obbedienza Francese”, numericamente assai più consistente.
Il Duca Luigi Carminati di Brembilla, preso alla sprovvista, o forse a causa di senilità, cadde nel tranello e sottoscrisse, ai primi di settembre del 1991, un protocollo di intesa, unitamente ai rappresentanti dell’ “Obbedienza Francese” convenuti per l’occasione in Italia.
Il Gran Magistero legittimo dell’Ordine, venuto a conoscenza della cosa, si affrettò a disconoscere tale protocollo, mai autorizzato, e nel contempo a revocare la carica di Gran Priore d’Italia al Duca Luigi Carminati di Brembilla ed a radiarlo dall’Ordine in data 21 settembre 1991.
Iniziarono quindi i contatti tra il Gran Magistero ed il Duca Carlo Noia di Monte Ararà per verificare la possibilità di costituire in Italia un Gran Priorato legittimo ed operante.
Con la fine dell’anno 1992 la situazione si risolse nel migliore dei modi ed, in data 2 gennaio 1993 si formava ufficialmente il Gran Priorato d’Italia dell’Ordine che vedeva nei suoi quadri dirigenti, pernomina Magistrale, il Duca Carlo Domenico Noia di Monte Ararà come Gran Priore, il Barone Romano Fanigliulo di Palazzo quale Priore.

Il 20 agosto 1996 Sua Eminenza il Cardinale Vincenzo Fagiolo venne nominato Gran Priore Spirituale  per l’Italia.


Cardinale Vincenzo Fagiolo

Al fine di consentire al Gran Priorato d’Italia di svolgere determinate operazioni soggette al regime fiscale vigente nel Paese, venne fondata l’Associazione Italiana dei Cavalieri di San Lazzaro, le cui cariche dirigenziali sono coperte dai maggiori Dignitari del Gran Priorato d’Italia.
A seguito dell’ impovviso decesso, il 29 maggio1999, del Gran Priore d’Italia, Carlo Domenico Noia di Monte Ararà, il Priore, Barone Romano Fanigliulo di Palazzo, ne assumeva la carica ad interim, venendo confermato quale Gran Priore d’Italia da S.A.R. il Gran Maestro durante il Meeting Gran Magistrale tenutosi a St. Polten (Austria) il 6 ottobre 1999.
A seguito della scomparsa, il 22 settembre 2000, di Sua Eminenza il Cardinale Vincenzo Fagiolo, la Dignità di Gran Priore Spirituale del Gran Priorato d’Italia è stata conferita a Sua Eccellenza Monsignor Antonio Magnoni, Arcivescovo e Legato Pontificio.


Monsignor Antonio Magnoni, Arcivescovo e Legato Pontificio

Nel quinquennio 1999-2003 il Gran Maestro dell’Ordine Francisco de Borbon Y Escasany è stato costretto a nominare ben due Commissioni Inquirenti, dirette dal Gran Commander David James, che si sono riunite in Milano per raccogliere le prove e le testimonianze inerenti:
– una troppo superficiale tenuta finanziaria che riusciva a trascinare spaventosamente i conti del G.P.I. tragicamente in rosso;
– una congiura tendente allo smembramento dell’Ordine e la creazione di un altro Ordine, sotto l’obbedienza francese degli Orleans.

Nel contesto di un clima non molto salutare e chiaramente di cospirazione carbonara venne designato il KCLJ NH Col. Basilio dr. VIOLA quale Priore ad interim, con il compito, non facile, di garantire l’ordinaria amministrazione ed il sereno lavoro di reperimento delle prove alla commissione inquirente.

Nel 2004, al termine delle approfondite indagini istruttorie delle commissioni inquirenti, il Gran Maestro si vedeva costretto ad emanare ben due pesantissimi e sofferti provvedimenti di RADIAZIONE con i relativi Decreti Magistrali di ESPULSIONE nei confronti di:
Reginald ATTARD, già Gran Cancelliere;
Vittorio GALOPPINI, già Cancelliere;
INTIMANDO LORO IL DIVIETO DI RAPPRESENTARE , INDOSSARE INSEGNE E UNIFORMI DELL’ORDINE.

Nel 2004 a Toronto, Canada, si è tenuto un Capitolo Internazionale dell’ Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme nel quale il 48th Gran Maestro dell’Ordine spagnolo, Don Francisco De Borbon  è stato designato quale Gran Maestro per la Riunificazione dell’OSLJ di ambedue le obbedienze (Spagna e Francia)
Alla votazione erano presentie 589 cavalieri e dame dell’ordine provenienti da tutto il Mondo.

Le votazioni si sono concluse con 542 voti a favore del Duca di Siviglia (Spagna) e solo 47 voti per il Principe  d’Orleans. La regolarità delle votazioni è stata garantita dall’ azienda Deloitte & di Touche specializzata nel settore.

Il 14 ottobre 2008  a Manchester è stato eletto il 49th Gran Maestro dell’OSLJ riunificato (Spagna + Francia) Don Carlos De Borbon Gereda Marquis of Almazan.

Il 23 marzo 2004, in Madrid, il Gran Maestro emanava il “Magisteral Decree No.09/04” con il quale nominava Gran Priore d’Italia il NH Generale dei Carabinieri Basilio dr. VIOLA GCLJ. In questo periodo molti cavalieri che si erano allontanati dall’Ordine si sono riavvicinati, fiduciosi. In ultimo giova ricordare che sono rientrati nell’Ordine, poiché si erano allontanati, i cavalieri del Corpo Volontari del Soccorso O.S.L.J. del Gran Priorato d’Italia, già fornito di personale volontario, attrezzature, automezzi ed ambulanze che prestano soccorso sotto la “Croce Verde dell’Ordine” ed effettuano anche interventi di protezione civile e di assistenza sociale.
Il 25 settembre 2004, nelle adiacenze della Città del Vaticano,(Roma) si è svolta la prima investitura del nuovo Gran Priorato, alla quale hanno partecipato il Gran Maestro, il Gran Cancelliere,  i componenti del Consiglio Supremo mondiale e circa 150 Cavalieri e Dame. Tutti vi hanno partecipato con quell’affetto e serenità che si conviene ai componenti di una vera FAMIGLIA, nonchè fra coloro che hanno l’onore e l’onere di poter servire un Ordine così nobile.
Il 1 ottobre del 2005 in Cesenatico si svolgeva una Cerimonia di investitura che ha coinvolto postulanti  provenienti da tutte le parti d’Italia.
Il 17 dicembre del 2005 in Vigevano si svolgeva un’ ulteriore Cerimonia di investitura con la partecipazione di numerosi postulanti.
Il 17 giugno del 2006  in Milano presso la Basilica di S. Eustorgio si svolgeva un’imponente Cerimonia di investitura che la partecipazione di nuovi  postulanti  provenienti da tutte le parti d’Italia.
Il 1 ottobre del 2006 in Chiesa Valmalenco (SO)  l’Ordine partecipava attivamente alla realizzazione dell’incontro dell’Associazione Nazionale delle Famiglie Numerose.
Il 5 novembre del 2006 organizzava la “Giornata per i Disabili” a Madesimo (SO)
Il 9 aprile del  2007 in  Madesimo (SO) l’Ordine rendeva possibile la manifestazione della benedizione della Statua del “Cristo Salvatore” proveniente dal  El Salvador con la presenza del Console di quel Paese.